SELECTED WORK -DIGITAL TOOLS

Il Digitale come Evoluzione della Ricerca Artistica

L’intera produzione digitale qui presentata non è il frutto di una rottura con il passato, ma il naturale proseguimento di un percorso artistico che affonda le radici di Primavera nella tradizione del disegno, della figurazione classica e della pittura a olio. Ogni serie – da Oasi del Silenzio a Luce e Ombra, fino alle rappresentazioni del mondo animale – si inserisce in un filone coerente, dove il mezzo contemporaneo diventa stimolo e strumento per approfondire tematiche già esplorate attraverso tecniche tradizionali.

La scelta del digitale non snatura l’intento artistico, ma lo amplia, offrendo nuove possibilità espressive pur mantenendo intatta l’estetica e la sensibilità originaria. I chiaroscuri ispirati alla pittura del Seicento, i soggetti sospesi tra intimità e simbolismo, la cura per la composizione e la luce restano centrali, mentre il linguaggio si evolve, adattandosi alle potenzialità offerte dalla tecnologia.

Non si tratta, quindi, di una nuova direzione, ma di un’estensione del medesimo sguardo: quello che osserva il mondo – umano, animale, naturale – con la stessa attenzione al dettaglio, alla poesia della forma e alla profondità emotiva.

Ogni opera digitale si pone come un ulteriore tassello di un discorso visivo più ampio, in cui passato e presente dialogano senza soluzione di continuità.

INTERACTIVE DIGITAL ARTWORK 2023

SERIE ” OASI DEL SILENZIO”

La serie Oasi del Silenzio si presenta come un viaggio contemplativo,: questi angeli, né caduti né ascesi, incarnano la fragile bellezza dell’equilibrio,

Ciò che rende unica questa collezione è la perfetta coerenza tra il linguaggio visivo e lo strumento tecnologico che l’ha generata. Non si tratta di imitare la pittura tradizionale né di emulare tecniche passate, ma di abbracciare la natura stessa del mezzo digitale, esaltandone le peculiarità. in un processo che rifiuta la forzatura dell’imitazione per abbracciare l‘autenticità della contemporaneità.

Le figure, illuminate da fasci di luce vibrante e circondate da scenari eterei, non sono semplici soggetti, ma catalizzatori di emozioni. Durante l’esposizione del vernissage, queste opere si animeranno eccezionalmente in anteprima, attraverso interventi interattivi che amplificheranno la loro carica espressiva. Ali che fremono al minimo soffio, capelli che oscillano come pensieri, sguardi che si velano di malinconia: ogni dettaglio diventa un tassello di una narrazione visiva che sfida la staticità della tela.

In Oasi del Silenzio, la tecnologia non è solo strumento, ma linguaggio. È proprio nella fusione tra l’innovazione e la sapiente modulazione artigianale che si genera quella vertigine visiva, capace di trasportare lo spettatore in una dimensione inedita, dove il silenzio diventa eloquente e l’arte, finalmente, parla la lingua del suo tempo.

Titolo: “Custodi del Confine” (Tecnica Mista – cm 130 x 73 su supporto D-bond )

L’incontro tra la natura selvaggia e la purezza dello spirito, in uno spazio senza tempo dove il controllo si dissolve nella fiducia reciproca.

In un abbraccio sospeso tra istinto e tenerezza, l’angelo e il leopardo incarnano la dualità dell’anima umana.

La ferocia si placa nella fiducia, mentre la fragilità si rivela nella quieta consapevolezza del proprio potere. L’opulenza delle ali e la pelliccia maculata diventano metafore di contrasti che si annullano, trovando un raro momento di armonia.

Titolo: “la strada dell’Inferno e’ lastricata di buone intenzioni “ (Tecnica Mista – cm 130 x 73 su supporto D-bond )

L’immagine trasmette un potente dualismo tra la delicatezza e la ferocia, la purezza e l’istinto primordiale. La donna, avvolta in un abito etereo che richiama la leggerezza delle ali angeliche, rappresenta la vulnerabilità elevata a ideale, mentre la presenza del leopardo, animale simbolo di forza, eleganza e predazione, aggiunge un contrasto di tensione latente.

La luce radente, che accarezza le curve del corpo e il manto maculato, intensifica il senso di intimità e quiete, quasi a voler suggellare un patto tacito tra l’umano e il selvaggio. Il titolo “La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni” arricchisce la lettura: le buone intenzioni, qui rappresentate dalla dolcezza dell’abbraccio e dalla tranquillità apparente, possono celare insidie, proprio come la natura predatoria celata dietro la bellezza felina.

L’opera si presta a una lettura simbolica: la donna, forse consapevolmente, accoglie la sfida del rischio, dimostrando che il vero equilibrio si trova nel saper convivere con le proprie forze interiori, anche le più indomabili.

Il risultato è un’immagine che affascina e inquieta, suggerendo che la fiducia e il controllo sono sempre sul filo del rasoio.

Titolo: “Light and Shadow: The Weight of Choices” (Tecnica Mista – cm 130 x 73 su supporto D-bond )

L’opera cattura un momento sospeso tra purezza e consapevolezza, tra sogno e realtà. La figura angelica, immersa in un’atmosfera dorata e onirica, sembra emergere da un limbo di luce e velluto. Le ali, maestose e vibranti, avvolgono la scena come un’aura protettiva, ma la loro lucentezza non è priva di ombre, suggerendo che anche la bellezza più splendente può celare un peso interiore.

La donna, con lo sguardo rivolto verso il basso, non è solo simbolo di grazia, ma di introspezione. Il suo corpo rilassato, ma non del tutto abbandonato, parla di un’anima in bilico, consapevole delle proprie scelte e delle loro inevitabili conseguenze. L’abito scintillante, che si confonde con il tappeto di luce sotto di lei, ricorda la fragilità delle ambizioni umane, splendide ma effimere, come i sogni all’alba.

L’ambiente circostante, avvolto da fasci di luce calda che filtrano come ricordi, amplifica il contrasto tra la serenità apparente e la tensione emotiva. Ogni dettaglio, dalle piume sfumate ai riflessi cangianti, suggerisce che la bellezza non è mai statica, ma frutto di un equilibrio precario tra desiderio e rinuncia.

Il messaggio sotteso è potente: anche le intenzioni più pure possono trasformarsi in catene, e la luce, se troppo intensa, può accecare. L’angelo, qui, non è solo simbolo di innocenza, ma di quella consapevolezza che arriva quando ci si rende conto che ogni scelta, anche la più nobile, porta con sé una rinuncia. In questo senso, l’opera diventa un’allegoria della condizione umana, sempre in bilico tra l’ideale e la realtà, tra il volo e la caduta

DIGITAL ARTWORK

L’immagine presenta due figure femminili immerse in un dialogo silenzioso, carico di tensione e intimità. La donna bionda, avvolta in un tessuto lucido che riflette la luce come metallo liquido, incarna il controllo e la seduzione consapevole. Al suo fianco, la figura mora, con la schiena nuda e uno slip a righe che spezza la monocromia, rappresenta la vulnerabilità e l’autenticità.

Il contrasto tra la lucentezza artificiale e la morbidezza naturale delle forme sottolinea il dualismo tra apparenza e sostanza, tra desiderio e introspezione. Le curve dei corpi si fondono armoniosamente, creando una tensione sospesa, mentre la palette cromatica retrò conferisce all’opera un’eleganza senza tempo.

L’opera invita a riflettere sulla natura delle relazioni umane e sulla dualità dell’identità, tra ciò che scegliamo di mostrare e ciò che resta nell’ombra.

Titolo: “Velata Intimità” (Tecnica Mista – cm 50 x 50 su supporto D-bond )

L’opera denuncia la fragilità delle connessioni moderne, dove l’amore è filtrato da barriere invisibili ma impenetrabili. La plastica lucida che avvolge i corpi simboleggia la distanza emotiva dei nostri tempi: ci sfioriamo, ci desideriamo, ma restiamo separati da uno strato artificiale che rende ogni gesto incompleto, ogni sentimento attenuato.

È l’intimità simulata dell’era digitale, in cui anche la passione diviene liquida e si consuma senza mai raggiungere la sua essenza più profonda.

SERIE ” LUCE E OMBRA – RITRATTI”

La serie costituisce un dialogo tra passato e presente, dove l‘estetica cromatica del Seicento – con i suoi toni caldi, i chiaroscuri drammatici e la luce che scolpisce il corpo – si intreccia armoniosamente con il linguaggio visivo contemporaneo. Il mezzo moderno non si snatura, non emula le pennellate , ma anzi esalta l’essenza dei soggetti, restituendo immagini che, pur evocando la pittura classica, conservano la freschezza e l’immediatezza attuale della rappresentazione digitale. È un ponte tra epoche, dove la bellezza eterna trova nuova voce – potenziata- attraverso strumenti attuali.

Titolo: Occhi di Tempesta (Tecnica Mista – cm 80 x 90 su supporto D-bond ),

Il ritratto rivela una bellezza magnetica, quasi ultraterrena. Il viso della donna, incorniciato da un velo di lino chiaro, emerge come un’opera d’arte scolpita nella luce e nell’ombra. Gli occhi, di un azzurro glaciale, trafiggono lo spettatore con la forza di una tempesta silenziosa, mentre le labbra, piene e socchiuse, sembrano custodire parole non dette.

La pelle, calda e dorata, contrasta con la purezza del tessuto, creando un equilibrio tra forza e delicatezza. Non è solo un ritratto, ma uno sguardo sull’anima, un momento sospeso tra il visibile e l’invisibile, dove la bellezza si intreccia con il mistero.

Titolo: Dolcezza senza tempo (Tecnica Mista – cm 80 x 90 su supporto D-bond ),

La figura si staglia come un’icona senza tempo, avvolta in un velo che è insieme rifugio e ornamento. Il tessuto leggero, quasi impalpabile, accarezza la pelle dorata, esaltandone il calore e la morbidezza. Lo sguardo, fermo e penetrante, si contrappone alla delicatezza del gesto con cui la donna si stringe nel proprio abbraccio, come a proteggere la propria intimità. C’è un’eleganza naturale, priva di artifici, che trasmette forza nella fragilità, sicurezza nella nudità.

L’armonia tra luce e ombra sottolinea la dualità dell’anima umana: esposta, ma mai del tutto rivelata; dolce, ma profondamente determinata.

Non è solo un ritratto di bellezza, ma la rappresentazione di uno spirito che trova potere nella propria vulnerabilità.

Titolo: “La Verità bella “ (Tecnica Mista – cm 80 x 90 su supporto D-bond ),

La composizione, i toni morbidi e il gioco di luci e ombre richiamano lo stile delle nature morte e dei dipinti classici, come quelli del periodo rinascimentale o barocco.

La nudità qui non è provocazione, ma espressione di purezza, vulnerabilità e intimità.

Il contesto, con le pareti spoglie e l’acqua, suggerisce un momento di rituale personale, quasi sacrale, piuttosto che una semplice esposizione del corpo. Il bianco del tessuto, grezzo ma avvolgente, richiama la purezza, mentre l’acqua, presente come elemento di transizione sottolinea il tema della purificazione,

Lo sguardo rivolto verso il basso e il gesto delicato delle mani suggeriscono raccoglimento, quasi meditazione. L’opera non provoca, ma invita a contemplare la bellezza autentica, spogliata di artifici, in un dialogo silenzioso tra corpo, mente e ambiente.

La bellezza in quest’opera ,non risiede solo nelle forme, ma nel contrasto tra la pelle lucente, il tessuto ruvido e l’ambiente austero.

È come se l’opera parlasse di ritorno all’essenza, di un momento in cui ci si spoglia non solo fisicamente, ma anche emotivamente, lasciando cadere ogni maschera sociale.